Home Food: in questo articolo vediamo in cosa consiste questa particolare tipologia di impresa.
Home Food: cosa significa?
Home Food: un’opportunità per cominciare
Home food: cosa significa? Con questi termini ci riferiamo alla produzione di alimenti destinati alla vendita al consumatore finale utilizzando la propria cucina privata.
È un’opportunità interessante che fornisce la possibilità di intraprendere un’attività lavorativa nel settore potenzialmente a chiunque lo desideri.
Lavoro nel mondo della ristorazione dal 2006 e se mi avessero detto che queste realtà “casalinghe” sarebbero state in qualche modo regolamentate non ci avrei creduto!
Eppure è accaduto… Non proprio in tutte le regioni italiane, ma alcune (tra cui la Regione Emilia-Romagna su cui ci soffermiamo nell’articolo) hanno messo a disposizione degli aspiranti imprenditori di imprese domestiche delle vere e proprie linee guida davvero fondamentali per orientarsi nei vari adempimenti.
“Home Food” letteralmente significa “cibo fatto in casa” e spesso il consumatore associa queste realtà ad un’esperienza culinaria più intima e familiare che consente di sperimentare e gustare ricette tradizionali o personali. Ciò non toglie che il gestore ha l’obbligo di garantire e tutelare la salute del consumatore finale, esattamente come qualsiasi operatore del settore alimentare “convenzionale”.
Anche nelle linee guida dell’Emilia-Romagna per l’applicazione della normativa sull’igiene degli alimenti in attività di preparazione per l’immissione sul mercato, è presente una definizione chiara di “Home Food”:
impresa alimentare che, in una cucina domestica e/o in locali utilizzati principalmente come abitazione privata, produce alimenti destinati alla vendita al dettaglio
Requisiti e adempimenti
Ma oltre a fornire la definizione, le linee guida ci dicono:
- quali sono gli adempimenti amministrativi
- quali sono i requisiti igienico-sanitari (applicabili ai locali e alle attrezzature, ma anche a strutture mobili o distributori automatici)
- come deve avvenire la gestione di rintracciabilità, ritiro e richiamo dal mercato di prodotti non conformi
- come gestire correttamente l’etichettatura e l corretta informazione al consumatore
- come avviene la corretta gestione dei MOCA (materiali e oggetti a contatto con gli alimenti)
- come avviene il trasporto nel rispetto delle regole generali
Le linee guida, inoltre, riportano dei paragrafi dedicati a produzioni specifiche come: le conserve alimentari, le confetture/marmellate/composte/sciroppi di frutta, sottaceti, sottoli e altre conserve, i vegetali fermentati, i prodotti di pasticceria fresca e piatti pronti, i prodotti ittici da consumare crudi o poco cotti.
Non poteva mancare, naturalmente, una trattazione della gestione degli allergeni e della corretta modalità di informazione e della produzione di prodotti senza glutine destinati ai consumatore celiaci.
Se sei un aspirante gestore di un home food in Emilia-Romagna ti suggerisco di leggere con attenzione questo documento che può essere un validissimo punto di partenza.
Naturalmente non basta leggere un documento per avviare l’attività, ma una volta chiariti i punti fondamentali occorrerà passare alla pratica e analizzare nel dettaglio problematiche e punti di forza della propria idea (adeguare le attrezzature, studiare la ricetta e il processo, redigere le etichette e/o le informative allergeni, ecc.).
Per questo ci siamo noi! Se hai bisogno di assistenza contattaci, siamo a disposizione!
Classe 1980, tecnologa alimentare, consulente e formatrice per operatori del settore. Nel 2005 ha conseguito la laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano. È autrice di articoli, manuali tecnici e realizza corsi di formazione per operatori del settore alimentare.