Latte crudo: vendita e corretta informazione. Vediamo insieme cosa si intende per “latte crudo” e perchè è fondamentale informare i consumatori dei rischi associati al consumo.
Latte crudo: vendita e corretta informazione
Cosa si intende per latte crudo e quali sono i rischi legati al consumo
Latte crudo: vendita e corretta informazione al consumatore. In questo articolo partiamo dalla definizione di “latte crudo” per arrivare a spiegare perchè è richiesto di informare il consumatore sulla necessità di utilizzare il prodotto solo “previa bollitura”.
Il “Latte crudo” non va incontro a nessun tipo di trattamento termico, neanche blando, e la sua distribuzione avviene come “sfuso” e commercializzato appena munto.
Al centro di numerosi dibattiti nel corso degli ultimi 10/15 anni anche grazie alla rapida diffusione sul territorio di erogatori automatici, il consumo di latte crudo è percepito da una parte di consumatori come “naturale” quindi buono per definizione.
Quello del latte crudo è un esempio piuttosto efficace di come “naturale” non sia sinonimo di migliore nè di salubre.
Infatti, è proprio il trattamento termico a garantire la sicurezza igienico-sanitaria del prodotto.
Se da un lato il latte crudo ha una maggiore quantità di enzimi e di alcune vitamine rispetto al prodotto trattato termicamente, dall’altro presenta potenziali pericoli biologici derivanti dallo statto di salute degli animali e dalle condizioni igieniche della mugitura, delle fasi successive di stoccaggio in condizioni refrigerate (temperature inferiori a +4°C) di trasporto e distribuzione del latte. Tutti questi passaggi possono avere un impatto anche significativo dal punto di vista della contaminazione microbiologica del prodotto.
Latte crudo: vendita e corretta informazione al consumatore
Il verificarsi di episodi di infezione umana da parte di Escherichia coli O157 e di altri ceppi produttori di verocitotossina (VTEC) ha reso necessario disciplinare il consumo di latte crudo, proprio per tutelare il consumatore finale.
A tal fine l’Ordinanza del Ministero della Salute ha introdotto l’obbligo di esporre sulle macchine erogatrici la seguente indicazione:
“Prodotto da consumarsi solo dopo bollitura”
Sappiamo che la rapida refrigerazione del latte appena munto consente di contenere e rallentare la proliferazione microbica ma non permette di elimare i microrganismi eventualmente presenti, neanche i patogeni (Es: E. coli, Mycobacterium tuberculosis, Salmonella, Brucella).
Fermo restando che i produttori sono tenuti al rispetto delle norme di corretta prassi igienica in tutte le fasi della produzione, dalla corretta gestione degli animali, alla conduzione in modo igienico delle operazioni di mungitura, trasferimento, stoccaggio e distribuzione del latte, l’unico modo per consumare il latte in modo sicuro, è utilizzare un prodotto trattato termicamente.
Vale la pena ricordare che le caratteriche nutrizionali del latte fresco pastorizzato sono praticamente paragonabili a quelle del latte crudo.
Le macchine erogatrici, inoltre, devono riportare la denominazione di vendita (latte crudo), la ragione sociale dell’allevamento di produzione con indicazione della sede aziendale, la data di mungitura, la data di fornitura dell’erogatore, la data di scadenza dela latte posto in vendita (non superiore a tre giorni a partire dalla data della messa a disposizione), le istruzioni per la conservazione domestica (in frigorifero a temperature comprese tra 0°C e +4°C).
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Classe 1980, tecnologa alimentare, consulente e formatrice per operatori del settore. Nel 2005 ha conseguito la laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano. È autrice di articoli, manuali tecnici e realizza corsi di formazione per operatori del settore alimentare.