L’aspartame è un dolcificante riportato nelle etichette dei prodotti alimentari con la sigla E951. Il Comitato misto FAO/OMS ha confermato pochi giorni fa la Dose Giornaliera Ammissibile dei 40 mg/Kg di peso corporeo, dose di riferimento da decenni! Cosa c’è dunque di nuovo?
Aspartame e cancro
Cosa c’è davvero di nuovo?
Aspartame e cancro: è di pochi giorni fa la notizia, riportata praticamente ovunque, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha consigliato di moderare il consumo di aspartame, un noto dolcificante molto utilizzato dall’industria alimentare da decenni.
Si tratta di un edulcorante artificale a basso contenuto calorico, circa 200 volte più dolce dello zucchero.
Nelle etichette dei prodotti alimentari è indicato con la sigla E951 ed è stato uno dei primi additivi alimentari ad essere sottoposto ad una nuova valutazione da parte dell’EFSA (European Food Safety Authority) nel 2013.
Perchè “nuova valutazione” della DGA (Dose Giornaliera Ammissibile)?
Il motivo è che EFSA valuta gli studi e i dati disponibili sulla DGA (Dose Giornaliera Ammissibile) di aspartame fin dal 2006!
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha inserito l’aspartame nel “Gruppo 2B” che comprende sostanze “possibilmente cancerogene“.
Ma mettere in relazione l’aspartame e il cancro nei termini utilizzati dai mezzi di informazione in questi ultimi giorni, non è corretto. Affermare che “l’aspartame provoca il cancro” senza specificare le dosi giornaliere ammissibili, infatti, vuol dire semplicemente fare cattiva divulgazione e seminare un panico ingiustificato.
Cos’ha detto, davvero, l’OMS?
In poche parole, il comitato misto FAO/OMS di esperti per gli additivi alimentari (JECFA) ha concluso che sulla base dei dati disponibili non sussitono sufficienti motivazioni per cambiare la DGA precedentemente stabilita di 40 mg/Kg di peso corporeo. Allo stato delle conoscenze attuali una persona di 70 kg può assumere fino a 2,8 g di aspartame.
Ipotizziamo che una lattina di una bevanda zero contenga circa 200 mg di aspartame, la persona in questione dovrebbe assumere 14 lattine di quella bevanda per raggiungere la dose massima giornaliera.
Dovremmo essere abbondantemente al di sopra delle quantità (14 lattine!) del comune buon senso!
Il buon senso prima di tutto
L’invito del comitato FAO/OMS è quello della moderazione e dell’attenzione al consumo di questi prodotti con edulcoranti.
Se l’ossessione dello “zucchero come veleno” è così forte da spingere le persone a consumare solo edulcoranti (nel caffè e nelle bevande, nei prodotti della prima colazione, nei dessert, ecc.) allora è effettivamente importante che la popolazione sia sensibilizzata sul tema.
Anche perchè non è solo l’aspartame ad essere un “sorvegliato speciale” ma sono oggetto di studio anche il sale di aspartame-acelsufame (E962) e il neotame (E961). Su questi ultimi due additivi E961 ed E962 nel 2021 l’EFSA ha individuato la necessità di disporre di ulteriori dati per nuove valutazioni.
Come abbiamo visto, le dosi giornaliere ammissibili possono essere modificate nel tempo in funzione di nuove valutazioni e di nuovi dati disponibili per la Comunità Scientifica. Allo stato attuale delle nostre conoscenze il livello di esposizione di aspartame è considerato sicuro (effettivamente 14 lattine di bevanda zero sono davvero tante!).
Resta essenziale, come sempre, il livello di consapevolezza del consumatore dell’importanza di seguire una dieta varia e bilanciata, lontana dalle ossessioni per lo zucchero, per le farine raffinate e tante altre manie infondate che, purtroppo, si diffondono sul web e non solo.
È senz’altro meglio mangiare poco zucchero piuttosto che imbottirsi di edulcoranti.
Questo è semplicemente buon senso ed è proprio quello che dovrebbe guidarci nelle nostre scelte a tavola… E non solo!
Classe 1980, tecnologa alimentare, consulente e formatrice per operatori del settore. Nel 2005 ha conseguito la laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano. È autrice di articoli, manuali tecnici e realizza corsi di formazione per operatori del settore alimentare.