La Commissione europea include “la gestione di alimenti restituiti” tra i prerequisiti che, come abbiamo detto tante volte, rappresentano il fondamento della successiva applicazione del metodo HACCP nelle aziende alimentari. L’OSA deve gestire i resi e decidere il destino del prodotto oggetto della restituzione.
La gestione di alimenti non conformi
La gestione di alimenti non conformi
La gestione di alimenti non conformi come “prerequisito” nell’ambito della predisposizione di procedure di autocontrollo per le attività di vendita al dettaglio:
la Comunicazione della Commissione europea 2020/C 199/01 del 12 giugno 2020 contempla la gestione di alimenti restituiti tra i PRP.
Ci è senz’altro capitato almeno una volta come consumatori.
Acquistiamo un prodotto alimentare in un supermercato e, una volta a casa, quando lo apriamo per utilizzarlo ci accorgiamo che non è idoneo per i più disparati motivi: dalle mozzarelle blu, alla presenza di corpi estranei, al rigonfiamento della confezione, a uno strano colore, ecc.
Può anche accadere che dell’anomalia non si accorga il consumatore, bensì il produttore stesso dell’alimento.
L’OSA provvede ad avviare le procedure di allerta con richiamo del prodotto dal mercato a seguito di rilevazione di rischio elevato per la salute del consumatore.
Il sito del Ministero della Salute abbastanza frequentemente riporta le segnalazioni degli OSA specificando la natura della problematica (contaminazione chimica, fisica o biologica), fornendo informazioni sul prodotto e indicazioni di comportamento al consumatore.
Giusto per citare un esempio, è di ieri 15 novembre 2022 un’allerta per il richiamo di uova fresche per positività a Salmonella Enteriditis, riscontrata a seguito di campionamento ufficiale. Sul modello di allerta del Ministero sono indicate le informazioni sul lotto e sulla data di scadenza e viene invitato il consumatore a non utilizzare il prodotto e a renderlo presso il punto vendita dove ha effettuato l’acquisto.
Cosa deve fare l’OSA?
Come abbiamo già accennato, la Commissione europea include “la gestione di alimenti restituiti” tra i prerequisiti, che rappresentano il fondamento della successiva applicazione del metodo HACCP nelle aziende alimentari, come abbiamo tante volte chiarito in questo blog.
L’OSA ha la responsabilità di organizzare delle strutture di deposito adeguate in base alle differenti condizioni di stoccaggio richieste dal prodotto:
- refrigerato
- congelato
- temperatura ambiente
Non solo, deve prestare molta attenzione a mantenere separati i prodotti restituiti dai prodotti idonei alla distribuzione.
I motivi di restituzione di un prodotto al produttore possono essere molteplici e avere un impatto completamente diverso a seconda dei casi:
- in caso di allerta a seguito di campionamento ufficiale per rischio microbiologico, ad esempio, in assenza di revoca del richiamo per analisi di revisione favorevoli per l’OSA, occorre procedere alla distruzione del prodotto (ci sono aziende specializzate nel ritiro e nello smaltimento).
- in caso di anomalia riscontrata dall’OSA, in base alla tipologia di non conformità, l’OSA può stabilire il riutilizzo del prodotto una volta risolta la problematica.
È bene chiarire con un esempio, per non alimentare fantasiose ipotesi di complotti a carico di noi poveri consumatori 🙂
Se ad esempio il motivo del richiamo è un errore di etichettatura, ma da un punto di vista igienico, sensoriale e nutrizionale il prodotto è idoneo al consumo, l’OSA può correggere, rietichettare e procedere alla distribuzione.
Naturalmente è essenziale garantire la piena tracciabilità degli alimenti resi: che siano distrutti, che siano ridistribuiti dopo valutazione di idoneità al consumo, che siano ulteriormente trasformati o destinati a donazione.
Attività di sorveglianza, azioni correttive, registrazioni
Quando un reso giunge in azienda, l’OSA si occupa di ispezionare per lotti l’integrità delle confezioni e l’assenza di difetti visibili (inclusi eventuali deterioramenti).
Se si tratta di un prodotto deperibile, viene verificata la temperatura al ricevimento e si procede allo stoccaggio in condizioni di refrigerazione o di congelamento in un’area dedicata ai resi, come specificato sopra.
Una volta ricevuto il prodotto in azienda l’OSA conduce tutte le verifiche che ritiene necessarie per determinare la destinazione d’uso del prodotto: deve essere distrutto, o riprocessato, oppure è già idoneo e può essere nuovamente distribuito?
In ogni caso l’OSA provvede alla registrazione della descrizione di base degli alimenti oggetto del reso, la motivazione alla base della restituzione, l’origine degli alimenti e la loro destinazione a seguito della valutazione condotta in azienda.
Classe 1980, tecnologa alimentare, consulente e formatrice per operatori del settore. Nel 2005 ha conseguito la laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano. È autrice di articoli, manuali tecnici e realizza corsi di formazione per operatori del settore alimentare.