L’agente eziologico della BSE, o morbo della mucca pazza, a differenza di quelli trattati finora, è privo di vita autonoma e non contiene acidi nucleici. I prioni sono proteine che diventano infettive a causa del cambiamento della sequenza amminoacidica. Scopriamo di più nell’articolo.
Encefalopatia spongiforme bovina BSE
Cos’è la BSE
Encefalopatia spongiforme bovina BSE: scopriamo insieme che cos’è e da quale agente eziologico è provocata.
L’agente eziologico della BSE, o morbo della mucca pazza, a differenza di quelli trattati finora, è privo di vita autonoma e non contiene acidi nucleici.
Si tratta dei prioni, proteine che diventano infettive a causa del cambiamento della sequenza amminoacidica. I prioni sono molto resistenti al calore, ai disinfettanti e alle radiazioni ultraviolette e ionizzanti.
Lo scandalo della mucca pazza ha determinato un profondo cambiamento a livello normativo, portando tutti a prendere atto dell’inefficacia del sistema di controllo utilizzato fino a quel momento.
La malattia ha colpito in particolare le vacche destinate alla produzione di latte che venivano alimentate con farine animali per incrementare il tenore proteico delle produzioni. Queste farine animali erano contaminate e purtroppo, una volta entrato nell’organismo, il prione interagisce con le altre proteine, modificandone la conformazione e rendendole infettive a loro volta.
Questa “reazione a catena” porta ad una rapida modificazione delle proteine “sane” che diventano “malate” e si accumulano nel tessuto cerebrale, portando alla formazione di lesioni che hanno l’aspetto simile a una spugna. Da qui deriva il termine “spongiforme”.
I rischi per i consumatori
Il consumo di bovino e in particolare del cervello, del midollo spinale, degli occhi, dell’intestino, della milza, dei linfonodi e delle tonsille è considerato a rischio. La sintomatologia della sindrome della mucca pazza è di carattere neurologico: ansietà, apprensione, ipersensibilità a suoni, luce, tremiti, contrazione muscolare.
Nell’uomo la malattia viene chiamata malattia di Creutzfeldt-Jacob (CJD), si contrae mangiando carne contaminata e provoca insonnia, dimagrimento, depressione, cefalea, cecità e demenza.
Nel 70% dei casi, i pazienti muoiono entro 6 mesi dalla comparsa dei primi sintomi.
Le misure preventive sono:
- non utilizzare farine animali nell’alimentazione degli erbivori
- eliminare organi e tessuti a rischio
- non consumare organi o tessuti a rischio per l’alimentazione umana
- non utilizzare organi o tessuti a rischio per produrre gelatina e sego.
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Classe 1980, tecnologa alimentare, consulente e formatrice per operatori del settore. Nel 2005 ha conseguito la laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano. È autrice di articoli, manuali tecnici e realizza corsi di formazione per operatori del settore alimentare.