Differenza tra TMC e data di scadenza: uno degli aspetti su cui è importante fare chiarezza, sia per l’OSA che deve stabilire la shelf life dell’alimento, sia per il consumatore. Capita spesso, infatti, che il consumatore butti nel cestino un prodotto con TMC superato da pochi giorni, quando in realtà il prodotto sarebbe perfettamente idoneo al consumo. Scopriamo insieme che differenza c’è tra TMC e data di scadenza.
Differenza tra TMC e data di scadenza
Differenza tra TMC e data di scadenza
Differenza tra TMC e data di scadenza: uno degli aspetti su cui è importante fare chiarezza, sia per l’OSA che deve stabilire la shelf life dell’alimento, sia per il consumatore.
Capita spesso, infatti, che il consumatore butti nel cestino un prodotto con TMC superato da pochi giorni, quando in realtà il prodotto sarebbe perfettamente idoneo al consumo. Scopriamo insieme che differenza c’è tra TMC e data di scadenza.
L’OSA ha l’obbligo di produrre alimenti salubri, stabilire quanto dura un certo prodotto è cruciale per la sicurezza del prodotto stesso.
Se stiamo considerando un prodotto fresco e altamente deperibile, la “sicurezza” è sì di natura sensoriale e commerciale, ma è soprattutto riferita alle caratteristiche igieniche.
Tenendo in considerazione un prodotto non deperibile, invece, viene in mente più che altro che il prodotto in questione perda un po’ di aroma, ad esempio, senza rappresentare una minaccia per la salute del consumatore.
Nella Comunicazione della Commissione Europea C/199/8 del 12.06.2020 il controllo della conservabilità è elencato tra i prerequisiti o PRP.
La conservabilità è il periodo di tempo durante il quale un alimento mantiene le sue caratteristiche accettabili o desiderabili nel rispetto delle condizioni di stoccaggio e manipolazione.
Cosa si intende per TMC
Il Reg. UE 1169/11 fornisce una definizione di TMC (art. 24 e allegato X). Per TMC si intende “termine minimo di conservazione” (TMC) ed è la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione.
La sua determinazione è di competenza dell’OSA che nel piano di autocontrollo descrive con quali modalità e secondo quali criteri attribuisce il TMC agli alimenti prodotti nella propria azienda.
Il termine minimo di conservazione è riportato sulla confezione accompagnato dalla dicitura:
“da consumarsi preferibilmente entro…”
Come abbiamo accennato nell’introduzione, il superamento del TMC non ci porta a pensare a una minaccia per la salute del consumatore.
Potrebbero risultare modificate alcune caratteristiche sensoriali del prodotto (meno aroma, consistenza leggermente cambiata, ecc.), ma il prodotto si può consumare anche con il TMC superato. Viceversa, per i prodotti deperibili è importante stabilire una data di scadenza che sia sicura per il consumo.
Per i prodotti con durata inferiore ai 3 mesi si riporta il giorno e l’anno, per i prodotti con durata superiore ai 3 mesi ma inferiore ai 18 mesi è sufficiente l’indicazione del mese e dell’anno, mentre per i prodotti che durano più di 18 mesi è sufficiente l’indicazione dell’anno.
Per ortofrutticoli, vini e altre bevande con titolo alcolometrico superiore al 10%. aceto, sale, zucchero, gomme da masticare non è richiesto il TMC.
Cosa si intende per data di scadenza
Il TMC è sostituito dalla data di scadenza nel caso di prodotti alimentari preimballati molto deperibili dal punto di vista microbiologico.
La data di scadenza è la data di fine conservabilità.
Per gli alimenti altamente deperibili, infatti, il superamento di tale data può costituire un pericolo immediato per la salute del consumatore. La data di scadenza viene attribuita sotto la responsabilità dell’OSA, è riportata sulla confezione del prodotto accompagnata dalla dicitura “da consumarsi entro…”.
La data di scadenza viene espressa con l’indicazione del giorno, del mese ed eventualmente dell’anno. Inoltre, prevede che siano obbligatoriamente indicate anche le condizioni di conservazione.
Per i prodotti non preimballati (intendendo sia i prodotti sfusi sia i preimballati per la vendita diretta) non è obbligatorio riportare la data di scadenza.
Cosa deve fare l’OSA
L’OSA produttore ha l’obbligo di rispettare quanto previsto dal Reg. UE 1169/11 per quanto riguarda le informazioni sugli alimenti relative a data di scadenza e/o TMC e attribuire l’una o l’altro sulla base di un’attenta analisi delle caratteristiche del prodotto e di una corretta valutazione del rischio.
L’OSA utilizzatore deve stoccare i prodotti nelle idonee condizioni di temperatura, luce, umidità indicate dal fabbricante e attuare una costante sorveglianza sul magazzino.
I prodotti con data di scadenza superata devono essere rimossi dalle aree di stoccaggio, isolati dalle altre derrate e adeguatamente smaltiti. I prodotti con TMC superato possono essere utilizzati previa attenta valutazione delle caratteristiche del prodotto e, ad ogni modo, entro un tempo ragionevole dal superamento del TMC.
Classe 1980, tecnologa alimentare, consulente e formatrice per operatori del settore. Nel 2005 ha conseguito la laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano. È autrice di articoli, manuali tecnici e realizza corsi di formazione per operatori del settore alimentare.